Carol Gray è una delle figure più influenti nel campo dell’educazione all’autismo, grazie alla creazione delle “storie sociali”, uno strumento pratico ed efficace per supportare persone autistiche (specialmente bambini, ma utilizzabile anche con adulti) nella comprensione delle situazioni sociali e nello sviluppo delle abilità sociali. Le storie sociali offrono spiegazioni dettagliate su situazioni specifiche e suggeriscono risposte adeguate, aiutando a migliorare le interazioni sociali, a ridurre l’ansia e a promuovere un comportamento positivo.
Cosa sono le Storie Sociali?
Le storie sociali sono brevi racconti scritti o illustrati che descrivono una situazione, abilità o concetto specifico in termini comprensibili per le persone con autismo. Ogni storia è strutturata per insegnare cosa aspettarsi in un contesto sociale particolare e come comportarsi adeguatamente. Vengono quindi utilizzate per preparare l’individuo ad affrontare situazioni di vita quotidiana, come l’interazione con gli altri, l’attesa in fila o la partecipazione a eventi sociali.
Le storie sociali non solo informano, ma aiutano anche a ridurre lo stress, aumentando il senso di controllo dell’individuo e facilitando la comprensione delle aspettative sociali. Le storie sono scritte in modo neutrale, senza imporre comportamenti, ma piuttosto spiegando cosa succede e quali risposte potrebbero essere più adeguate.
Ogni Storia Sociale viene creata su misura, tenendo conto delle specifiche necessità, età e capacità cognitive della persona per la quale viene ideata. Queste storie descrivono in modo chiaro e semplice il comportamento appropriato da adottare in situazioni particolari e le conseguenze di azioni alternative.
Le Storie Sociali possono coprire vari aspetti della vita quotidiana, come ad esempio:
•Come salutare o iniziare una conversazione.
•Come comportarsi in luoghi pubblici come un supermercato o un ristorante.
•Cosa fare in caso di emozioni difficili, come la rabbia o l’ansia.
•Come gestire cambiamenti nella routine quotidiana o aspettarsi delle novità.
Le storie sociali si basano su una serie di principi che Carol Gray ha sviluppato per garantire che siano efficaci e rispettose dell’individualità della persona.
I principi fondamentali includono:
•Personalizzazione: ogni storia sociale è personalizzata per rispondere ai bisogni specifici della persona. Ad esempio, un bambino potrebbe avere bisogno di una storia sociale diversa rispetto a un adolescente o un adulto, anche per la stessa situazione.
•Positività e Rassicurazione: devono sempre mantenere un tono positivo, aiutando la persona a sentirsi sicura e a sviluppare fiducia nelle proprie capacità.
•Concretezza e Chiarezza: utilizzano un linguaggio semplice, concreto e facilmente comprensibile. Termini vaghi o ambigui vengono evitati.
•Rispetto per la Persona: Le storie sociali sono progettate per essere rispettose e non giudicanti. Non devono imporre comportamenti o dare ordini, ma piuttosto offrire suggerimenti e spiegazioni
Perché le Storie Sociali sono efficaci per le persone autistiche?
Molte persone con autismo sperimentano difficoltà nelle abilità sociali, nella comprensione delle aspettative degli altri e nella gestione di comportamenti complessi. La neurodiversità delle persone autistiche spesso implica una differente percezione e risposta agli stimoli sociali. Le Storie Sociali offrono una serie di benefici fondamentali:
Sono chiare e strutturate, forniscono informazioni organizzate e prevedibili, che aiutano a ridurre l’ansia e il senso di confusione in situazioni sociali.
Aiutano poi a sviluppare empatia e comprensione poichè permettono di mostrare come pensano e si comportano gli altri in determinate situazioni, aiutando chi è nello spettro autistico a sviluppare una maggiore comprensione dei punti di vista altrui.
Inoltre sapere cosa aspettarsi in una situazione e come comportarsi aiuta a ridurre l’ansia. Questo effetto è particolarmente utile per coloro che trovano il cambiamento difficile o spaventoso. Inoltre possono portare a un aumento dell’autostima, aiutano le persone con autismo a sentirsi più sicure e competenti, promuovendo l’autonomia. Le storie sociali infine consentono di praticare e immaginare le risposte appropriate, costruendo lentamente abilità sociali che possono diventare automatiche.
Oltre ad essere uno strumento di apprendimento per le persone con autismo, le storie sociali rappresentano un sostegno per genitori e caregiver. Utilizzarle consente di ridurre i conflitti e di rendere più facile l’insegnamento di comportamenti appropriati. I caregiver possono sentirsi più sicuri e sereni nel guidare il bambino in situazioni sociali complesse.
Come creare una storia sociale e come utilizzarla
La creazione di una storia sociale richiede attenzione ai dettagli e la comprensione della persona e della situazione specifica. Carol Gray ha delineato alcuni passaggi chiave per sviluppare una storia sociale efficace:
1.Identificare l’obiettivo: determina quale situazione o abilità vuoi affrontare. Può essere un comportamento specifico o una sfida sociale, come fare amicizia, gestire le emozioni o aspettare il proprio turno.
2.Raccogliere informazioni: osserva e ascolta la persona per capire come vive la situazione e raccogli dati sull’ambiente e sui fattori che possono causare disagio.
3.Scrivere la storia: utilizza le diverse tipologie di frasi per costruire una narrazione che spieghi la situazione e suggerisca comportamenti adeguati. La storia deve essere breve, chiara e accessibile.
4. Utilizzare un linguaggio semplice e positivo: Le frasi devono essere brevi e chiare, evitando negatività o giudizi. Ad esempio, invece di “Non urlare in biblioteca”, si potrebbe scrivere: “In biblioteca posso parlare con un tono di voce basso.”
5.Considerare età, abilità cognitive e livello di comprensione: una storia per un bambino piccolo sarà diversa da una per un adolescente o un adulto.
6.Inserire immagini e supporti visivi: molti bambini autistici rispondono positivamente agli elementi visivi. Aggiungere disegni, foto o pittogrammi può rendere la storia più coinvolgente e comprensibile.
7.Ripetere e praticare: leggere la storia sociale regolarmente aiuta a rafforzare l’apprendimento. Per esempio, è possibile rileggerla ogni giorno prima di andare a scuola.
8.Revisione e personalizzazione: adatta la storia in base alle esigenze e ai feedback della persona. La storia deve essere flessibile per poter rispondere a cambiamenti nella situazione o nelle esigenze.
Una volta creata, la storia sociale viene letta e condivisa con il bambino in un ambiente tranquillo e privo di distrazioni. È importante utilizzare la storia sociale regolarmente, soprattutto prima di affrontare la situazione descritta. L’obiettivo è che la persona possa anticipare cosa succederà e come rispondere in modo positivo.
Le storie sociali possono essere utilizzate in vari contesti, come la scuola, il lavoro, o a casa.
Alcuni esempi di situazioni in cui le storie sociali sono efficaci:
•Preparazione per eventi o cambiamenti: come una visita dal dentista, un viaggio, o il primo giorno di scuola.
•Apprendimento di abilità sociali: come fare amicizia, ascoltare gli altri, o gestire le emozioni.
•Affrontare situazioni stressanti: come situazioni di sovraccarico sensoriale o interazioni difficili.
Efficacia delle Storie Sociali
Le storie sociali sono state ampiamente studiate e si sono dimostrate efficaci nel migliorare il comportamento e le abilità sociali delle persone con autismo. Tuttavia, i risultati variano a seconda delle caratteristiche individuali e della qualità della storia sociale. In generale, le storie sociali funzionano meglio quando:
•Sono ripetute con regolarità poichè la ripetizione aiuta il bambino ad assimilare i contenuti e a sentirsi più sicuro.
•Sono personalizzate: devono rispecchiare le esperienze, gli interessi e i bisogni unici della persona.
•Sono integrate con altre tecniche di supporto come tecniche di rinforzo positivo e supporto emotivo per massimizzare l’efficacia.
Limiti delle Storie Sociali
•Necessità di Personalizzazione: le storie sociali devono essere altamente personalizzate, il che può richiedere tempo e risorse.
•Efficacia Variabile: non tutti rispondono alle storie sociali allo stesso modo. Alcuni individui possono avere bisogno di supporto aggiuntivo per trarre beneficio.
•Difficoltà di generalizzazione: alcune persone potrebbero avere difficoltà a trasferire l’apprendimento in contesti nuovi o inaspettati.
•Tempi di apprendimento variabili: ogni persona impara a un ritmo diverso, e può essere necessario molto tempo prima che i comportamenti descritti nelle storie vengano interiorizzati.
•Necessità di supporto continuo: le Storie Sociali non sostituiscono un supporto educativo o terapeutico completo, ma rappresentano uno strumento integrativo.
Esempi di storie sociali
Di seguito alcuni esempi pratici per illustrare come le Storie Sociali possono essere strutturate.
Esempio 1: “Chiedere aiuto in classe”
•Frase descrittiva: “A volte, durante la lezione, posso avere delle domande.”
•Frase di prospettiva: “È normale avere bisogno di aiuto quando non capisco qualcosa.”
•Frase direttiva: “Quando ho bisogno di aiuto, posso alzare la mano e aspettare che l’insegnante venga da me.”
•Frase di controllo: “Ricordo che chiedere aiuto è una buona cosa e mi aiuta a imparare.”
Esempio 2: “Fare la fila alla mensa”
•Frase descrittiva: “Alla mensa della scuola, i bambini fanno la fila per prendere il cibo.”
•Frase di prospettiva: “I miei compagni apprezzano quando tutti rispettano la fila.”
•Frase direttiva: “Posso mettermi in fila e aspettare il mio turno.”
•Frase di controllo: “Se la fila è lunga, posso contare fino a 10 per calmarmi.”
Risorse Online
Oggi esistono applicazioni e risorse online che facilitano la creazione e l’uso delle Storie Sociali. Alcune app permettono di creare storie personalizzate con foto, video e voci registrate, offrendo uno strumento ancora più personalizzato e flessibile. Alcuni esempi sono:
•Pictello: un’app che consente di creare storie con immagini e suoni.
•Social Stories Creator: una piattaforma per creare e condividere storie sociali in formato digitale.